Lo Zen ha un tasso di disoccupazione del 51,01% che sale al 79,28% se si guarda alla disoccupazione giovanile. Il 21,47% delle famiglie vive in condizione di disagio economico.
Zen Insieme opera quindi innanzitutto nel contrasto alle povertà e ha una consolidata esperienza sulle politiche attive, operando per fornire strumenti e opportunità in un territorio caratterizzato da forti deprivazioni.
L’impoverimento porta infatti ad una progressiva perdita di fiducia nelle proprie capacità, a vedere restringersi la rete di relazioni sociali e ad aumentare l’incapacità di esprimersi e far valere il proprio punto di vista.
L’associazione ha quindi scelto di operare mediante percorsi di inclusione e partecipazione volti ad accompagnare nella crescita, sviluppare competenze professionali, favorire l’empowerment e l’autodeterminazione, stimolare le capacità di poter essere risorsa per gli altri, sostenendo chi vive in questo contesto periferico e ad alto rischio di esclusione sociale, soprattutto a carico delle donne.
Oggi l’associazione anima con successo una rete territoriale informale, fatta di associazioni ed enti pubblici che operano su tematiche di inclusione e sostegno, con l’obiettivo di scardinare lo schema che riproduce esclusione sociale.
Solo il 10,09% degli abitanti dello Zen possiede un diploma di scuola secondaria superiore. I laureati sono l’1,30%, il 34,11% dei giovani appartiene alla categoria dei NEET.
Zen Insieme è sin dalla sua costituzione in prima linea nella prevenzione e nel contrasto alla povertà educativa e nella costruzione e nello sviluppo di una comunità educante.
Negli anni ha attivato decine di progetti per il contrasto alla dispersione scolastica, attivando percorsi di accompagnamento allo studio che stimolino l’emersione di talenti e desideri, nonché con attività laboratoriali, artistiche e di formazione, scambi culturali, visite a musei e monumenti, spettacoli teatrali e sport.
All’interno del centro opera inoltre la Biblioteca Giufà che conta più di 3500 volumi e nel suo primo anno di vita ha effettuato oltre mille prestiti.
Lo ZEN 2 presenta un numero elevato di spazi “vuoti”, ossia spazi privi di una funzione e perciò esclusi da ciò che la comunità ritiene un bene comune destinati quindi all’abbandono e divenire quasi un residuo di difficile utilizzo. Di contro il quartiere è quasi del tutto privo delle attrezzature e dei servizi più basilari.
Zen Insieme prende parte, stimola, favorisce e contribuisce a dar vita a percorsi partecipati di rigenerazione urbana, portati avanti dalle cittadine e dai cittadini del quartiere, che intendono ridare funzione ai luoghi abbandonati o deturpati, mantenendo il loro status pubblico e chiedendo che vengano destinati ad attività di condivisione e socialità.
Fondamentale è supportare la costruzione di una comunità che si riconosca in un territorio, non solo come contenitore di attività, ma come spazio di relazioni, che lo difenda e lo protegga, promuovendo azioni che tendono alla rimozione delle cause del disagio e al superamento delle varie forme di marginalità.
Così è rinato il nostro centro, così abbiamo dato vita al suo orto, al giardino di via Primo Carnera, al campetto autogestito A. Parisi, ai murales che riempiono di arte e colori i muri del quartiere. Così recupereremo e ci riapproprieremo come comunità di tutti quegli spazi che sono vietati trasformandoli in quei servizi che troppo a lungo sono stati negati.
Le Insule progettate da Vittorio Gregotti per lo Zen 2 erano state realizzate con lo scopo di creare punti di socializzazione e aggregazione, ricostruire l’ambiente del centro storico con i suoi vicoli e i suoi cortili. Sono finite al contrario per divenire il paradigma della marginalizzazione di un quartiere, sia per gli stessi residenti che rispetto al rapporto con il resto della città. La strada veloce che circonda il quartiere non fa che ribadire e accentuare questa separazione.
Nel tempo la narrazione pubblica sul quartiere si è fossilizzata su stereotipi reiterati e rappresentazioni sociali, talvolta addirittura esotizzanti, che hanno appiattito l’eterogeneità delle traiettorie di vita presenti nel quartiere e ostacolato l’emergere di possibilità relazionali.
Zen Insieme si propone di abbattere gli stereotipi e costruire una nuova narrazione sul quartiere a partire dall’autorappresentazione dei suoi abitanti come comunità coesa e attiva.
Turismo relazionale, giornalismo dal basso, eventi, partecipazione alla vita cittadina, impegno sulle tematiche culturali e sociali più importanti, uno scambio continuo con le realtà presenti negli altri quartieri, contrasto alla cattiva informazione sono alla base dell’agire dell’associazione.